Il De Angelis basandosi su testi di Strabone e Livio fece risalire il castello all’età classica e M.Fiore ripropose la stessa datazione asserendo che nel III sec. Roma fortificò Salerno, già sua colonia, con un castello-Castrum-eretto in cima al monte Bonadies “buongiorno”, cosiddetto poiché -essendo la parte più alta della città- all’alba il sole che sorgeva da est, ne illuminava per primo il vertice.
Il castello medievale di Salerno racchiude tre secoli di civiltà longobarda (dall’VIII all’XI secolo). I risultati delle indagini archeologiche nel perimetro della Turris major hanno rivelato come la fase costruttiva più antica risalga al periodo goto-bizantino.
Arechi II, principe longobardo che trasferì la capitale del ducato da Benevento a Salerno, scelse come fulcro della sua nuova capitale la fortezza già preesistente, posta a 300 metri sul livello del mare sulla cima del monte Bonadies. Arechi ne sopraelevò e modificò le mura antiche su preesistenti fortificazioni e costruì un castello “per natura e per arte imprendibile, non essendo in Italia una rocca più munita di essa”. Infatti, sul colle salernitano c’era stata, già nei secoli precedenti, una generica frequentazione risalente ad epoca romana e testimoniata da diversi rinvenimenti archeologici e frammenti ceramici. Ad Arechi II, quindi, fu necessario solamente rafforzare il maniero, e inserirlo in un sistema difensivo urbano più articolato.
A nord-Ovest si staglia la torre di guardia detta la “Bastiglia” ad evidenziare la validità del sistema di difesa. Nella parte più eminente vi sono una serie di torri disposte intorno al corpo centrale e collegate da mura merlate e da ponti levatoi. Nelle epoche successive si aggiunsero ampliamenti per aumentare l’efficienza e la funzionalità dei servizi.
L’andamento di tale fortificazione poteva consentire anche a un ridotto numero di difensori, di assumere una posizione dominante durante la ritirata verso il vertice incasellato, nel caso in cui gli avversari fossero penetrati all’interno del recinto urbano.
Si tratta dell’esemplificazione del meccanismo di difesa medio-bizantino, impiegato di norma per le città poste ai piedi di un’altura. Nel 1077 il “Castello di Arechi”, fu sottratto a Gisulfo II, ultimo principe longobardo di Salerno per diventare una roccaforte normanna, funzionale alla penetrazione dei cavalieri nordici nelle terre meridionali.
Beniamino da Tutela (l’ebreo navarrese Benjamin bar Jonah), nel suo Sefer Massa’ot o Libro dei viaggi, ricorda come, nel XII secolo, Salerno fosse “circondata da mura nella parte volta verso la terra, mentre l’altra parte è sulle sponde del mare; in cima alla collina c’è un castello ben munito”.
In seguito, il “Castello di Arechi”, diventò un importante elemento nello scacchiere difensivo aragonese, per poi perdere progressivamente importanza col mutare delle tecniche belliche. Esso venne quasi del tutto abbandonato nel XIX secolo.
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